Cucciolata Giovane Promessa ENCI, Campione di Lavoro Uberto x Campionessa di Lavoro Luna
Finalmente sono qui:
Cucciolata B. di Casa de Mauro
Campione Italiano di Lavoro, Giovane Promessa ENCI, multiCAC, multi BOB UBERTO (Ayrton dei Sanchi x Bella Speranza)
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Campionessa Italiana di Lavoro, multiCAC, multiCACIB, multiBOB LUNA (Amos x Camp. Riproduttrice Ametista di Casamassima)
I cuccioli sono nati il 10 Ottobre 2017, si trovano a Trani (BT), Puglia.
La cucciolata è formata da cinque maschi e due femmine tutti roano/marrone.
Sono ancora disponibili due maschi e due femmine.
I cuccioli saranno ceduti al compimento del 62esimo giorno d’età con microchip, pedigree (affisso “di Casa de Mauro), libretto sanitario, certificato di caudotomia, vaccinati e sverminati.
Entrambi ai genitori hanno il DNA depositato.
Potete contattarci per qualsiasi informazione!
Vi sto scrivendo dal divano di casa, su cui sono seduta in una posizione, anche non troppo comoda: Amerigo è raggomitolato sulle mie gambe e il mio computer è in equilibrio precario, ma ho il cuore pieno di gioia e speranza, convinta delle mie idee e certa di aver fatto, anche in questo caso, tutto ciò che era in mio potere.
Circa dieci giorni fa il cucciolo Amerigo (tre mesi e mezzo) ha avuto un episodio di vomito. “Nulla di strano!” mi direte, e io sarei stata d’accordo con voi: il vomito nei cani, soprattutto nei cuccioli, non è patologico, inutile allarmarsi.
La mia giornata è continuata nel modo più normale di sempre, il problema è stato al mio rientro a casa: il cucciolo era abbattuto, non è corso alla porta, niente feste, non aveva mangiato o bevuto, aveva vomitato. Tanto.
Immediatamente siamo corsi in clinica. Qui l’hanno visitato e tempestivamente attaccato ad una flebo di fluidi perché Amerigo era molto disidratato. Dopo aver controllato il libretto sanitario e avermi fatto domande su tutto, hanno deciso di ricoverarlo per monitorare la nottata perché anche a loro (pur non conoscendo l’euforia solita) il cane è sembrato molto abbattuto.
Lascio alla vostra immaginazione l’ansia, i pensieri, il dolore di quella notte, fino alla mattina in cui ho dovuto fare la fatidica telefonata: il responso è stato PARVOVIROSI.
Per chi non la conoscesse, vi copio e incollo ciò che il mondo del web dice a riguardo:
Sì, avete letto bene, nei cuccioli più giovani si manifesta in forme acute o iperacute “ad esito mortale”.
Sono stati giorni duri, lenti e molto tristi. Amerigo ha avuto una forma acuta e lunga, per non farci mancare nulla. Però adesso è a casa, dovrà continuare le terapie, che prevedono un’enorme dose di coccole, bacini e carezze, per poi tornare per la visita di controllo, però è a casa, qui accanto a me che sonnecchia sul divano.
C’è un motivo per cui vi sto raccontando questa storia e risiede in quella che è stata la mia unica speranza in questi giorni, risiede in quella che è stata la salvezza di Ame. I suoi vaccini. Amerigo è vivo e ne verrà fuori solo perché il suo vaccino ha fatto effetto.
Voglio dirvi una cosa: avete il dovere, etico e sociale, di vaccinare i vostri cani, cuccioli e adulti! Non sono una veterinaria e non ho le competenze per spiegarvi come e perché, ma TUTTI, proprio tutti quelli con cui ho parlato in questi giorni mi hanno detto, scritto, ribadito e confermato che ciò che ha consentito al mio cane di passare questa fase acuta sono stati i vaccini consigliati dal nostro veterinario di fiducia.
Amerigo e i suoi fratelli (e tutti i cuccioli che nasceranno nel nostro allevamento) sono stati vaccinati con il VERSICAN PLUS DHPPi, che si usa per proteggere i cani dal Cimurro, Adenovirus di tipo 1, Parainfluenza e Adenovirus di tipo 2 e Gastroenterite canina. Allora perché lui l’ha presa? I veterinari che l’hanno curato in questo periodo mi hanno detto che il virus che l’ha contagiato è una “evoluzione” del Parvo virus conosciuto e l’unico per cui ancora non esiste vaccino specifico, ma la copertura è bastata a ritirarlo sù.
A titolo informativo vi illustro la sintomatologia della malattia così che, spero mai, possiate intervenire tempestivamente se doveste incappare in questa bruttissima malattia.
Non voglio entrare in merito ai dibattiti su vaccini o non vaccini (canini e/o umani) anche perché la mia posizione credo che a questo punto sia abbastanza chiara.
Questo post vuole essere solo il racconto di un’esperienza brutta, dalla quale noi verremo fuori tra un po’, speriamo, e magari potrà servire ad evitare a qualche altro cane le sofferenze che ha patito il mio cucciolo.
Nella speranza che possa tra qualche giorno raccontarvi delle nostre corse al parco e delle grandi scorpacciate che si fa Amerigo, fiduciosa che qualcuno riuscirà a trovare un vaccino anche per questo mostro, fermamente convinta che non esiste giorno in cui io sarò tranquilla con i miei cani, grata, infinitamente grata, a chi ha curato il mio cucciolo, vi ribadisco un concetto importantissimo: V A C C I N A T E ! ! !
Ormai siamo grandi, abbiamo già passato il primo mese e adesso abbiamo un microchip tutto nostro e finalmente i nostri nomi!
Io sono Alfio, mi hanno chiamato così perché somiglio a papà, non solo per il mio manto, ma soprattutto per il mio caratterino.
Mi piace un sacco scoprire il mondo che mi circonda, però sono anche un gran ciccione, mi trovano spesso appisolato da qualche parte all’ombra.
Io sono Alba, sono la prima femminuccia nata ufficialmente in Casa de Mauro, il mio nome è sempre stato questo, ancor prima che nascessi.
Sono l’unica femminuccia e sono la più coccolona e vanitosa del gruppo!
Mi chiamo Artù.
Il mio nome viene dal fatto che sono sempre stato il più piccolino della cucciolata, però evidentemente devo piacere molto ai miei padroni che mi hanno dato un nome così importante… Credo che fossero appassionate de “La Spada nella Roccia”…
Io ho un nome che è piaciuto alle mie padroncine perché “imponente”, o almeno così mi hanno detto. Mi chiamo Alvaro, ho un testone e sono un gran ciccione.
Mi hanno detto che sono il più grosso e il più prepotente, sono sempre in prima linea e, come potete vedere, ho la tipica faccia da bracchetto ruffiano.
Io sono Alvin.
Avete mai visto “Alvin Superstar”? Io sono così, provo sempre ad attirare l’attenzione su di me.
Mi piace cantare (ho una vocina mooooolto forte) e sono un gran dormiglione.
E alla fine ci sono io: sono Amerigo, proprio come il famoso Amerigo Vespucci.
Il motivo del mio nome è semplice: sono sempre in esplorazione, ovunque vi possa venire in mente.
Mi infilo ovunque, non c’è buco che non ho controllato. Provo sempre a capire che sono tutti gli odori che sento, ho sempre il naso da qualche parte… e sono un evasore.
Siamo i cuccioli A. di Casa de Mauro,
per chi ancora non ci conoscesse, siamo figli di Blu e Sara, la nostra mamma è Campionessa Italiana di Lavoro, i nostri nonni sono Leo (Campione Italiano di Bellezza) e Luna (Campionessa Italiana di Lavoro), Iris/Ametista di Casamassima (Campionessa Riproduttrice) e Zoran di Casamassima (Campione Riproduttore)
Mamma e Papà sono nati in Casa de Mauro ed entrambi hanno il DNA depositato.
Noi siamo nati il 16 Giugno 2017
Saremo ceduti alle nostre nuove famiglie al compimento del 62esimo giorno d’età, provvisti di microchip, pedigree, libretto sanitario, certificato di caudotomia, vaccinati e sverminati.
Sicuramente uno dei momenti più emozionanti per un allevatore è un parto (o l’apertura degli occhietti, i primi passi, la prima ferma, i lacci mangiucchiati…è vero sono tanti).
L’attesa del parto è, invece, un motivo di grande ansia. Ed io sono fatta per il 73% di ansia.
Nella vita di un allevatore capitano spesso “periodi neri”, nonostante l’impegno, i sacrifici, gli sforzi…
Il nostro “periodo” è durato ben 37 mesi. Parlo del tempo passato tra la nascita di Luna e la nascita delle Principesse (Sara, Sissi, Scilla e Cornelia).
Tre lunghi anni in cui non sono andate in porto numerose cucciolate, numerosi impegni, tanti viaggi, tante domande e tanti dubbi.
Poi un giorno, un sabato sera (pizza nel cartone e nessuna voglia della movida di fine estate), Iris decise di farci questo immenso regalo!
Indimenticabile l’emozione nel sentire papà e Chiara: “Sono nati!”
I loro gemiti mi hanno fatto tremare le gambe e tutte le attese, le speranze, i sogni per il futuro…tutto era lì tra quelle piccole Princesse appena nate.
In realtà non erano ancora tutte nate.
Per la precisione, Sara è nata letteralmente davanti ai miei occhi.
Sì, forse la premessa è lunga, ma dovevo necessariamente spiegarvi perché questa gravidanza mi fa impazzire.
Alcuni di voi hanno già notato il pancione di Sara, ormai agli sgoccioli…
(In foto le due pance a confronto, Mamma Iris e sua figlia Sara)
Ecco io mi sto preparando a far nascere i cuccioli di una cucciola che, con la sua nascita, ha ridato vita al nostro sogno!
Forse, è questo il bello dell’essere Allevatori!
È vero, ci abbiamo messo un po’…
Cercheremo un modo per farci perdonare del ritardo nella pubblicazione, faremo in modo che siate sempre aggiornati sulle nostre novità e su ciò che accade ai nostri cani.
Nel frattempo provate a farvi un giro sul nostro sito e, se vi va, dateci qualche consiglio per migliorare. Sono sempre ben accetti!
Ovviamente continuate a seguirci su Facebook (https://www.facebook.com/bidicasademauro) e su Instagram (https://www.instagram.com/bidicasademauro/), e se ancora non lo avete fatto, fatelo!
…vi possiamo dire soltanto che sono “in forno” tante novità!
Cecè&Chiara
Durante le prove di caccia presso Gonnoscodina (OR) in Sardegna, la nostra Luna ha riportato i risultati necessari per diventare Campionessa Italiana di Lavoro.
Anche per la giovanissima Sara i risultati sono stati di eccellenza assoluta, tuttavia il suo percorso si è concluso con la qualifica di “Eccellente 2^” nell’Esposizione Internazionale di Ancona del 18 Febbraio (Mostra Speciale Bracco Italiano).
Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro e all’impegno del nostro amico Antonio Cretì, che ringraziamo nuovamente!
Insomma un inizio anno con botto.
…ma è solo l’inizio!
Nel mondo della cinofilia esistono tre categorie di “bipedi”: quelli che scelgono il proprio amico a quattro zampe; quelli che sono scelti dal proprio amico a quattro zampe; quelli per i quali è stato scelto un amico a quattro a zampe da altri.
Io rientro in quest’ultimo gruppo.
Ormai tanti anni fa, il mio papà, cacciatore cinofilo per passione, decise di acquistare un cucciolo, perché fosse il suo cane da caccia, il suo compagno di mille avventure, il suo fedele scudiero. Dopo una lunga ricerca, finalmente trovò il cucciolo adatto a lui (e adatto alla nostra cagnetta). In quel periodo, io non avevo molto potere di scelta, a me quel cucciolo proprio non piaceva, non avrei mai scelto né lui, né la sua razza, ero una quindicenne che voleva il suo cane magari gigantesco, o molto piccolo, le vie di mezzo non mi piacevano.
Non vi racconterò dei giorni passati a convincermi che quello era il cane giusto per noi, dell’avventura per raggiungerlo a mille kilometri da casa, del suo allevatore, ma vi parlerò dell’infinito amore nato quel giorno.
Si chiamava Amos, era un bracco italiano bianco-arancio, esattamente come non piaceva a me. Aveva quattro mesi e non soffriva il mal d’auto.
Durante il viaggio di ritorno fui l’addetta alle coccole, sette ore di sole carezze e sguardi, da quel momento in poi lui sarebbe stato il mio più grande amico e io la sua compagna a due zampe.
Arrivati finalmente a casa, fu davvero tanto difficile farlo addormentare e quella notte decisi di coricarmi che già albeggiava, Amos non aveva nessuna voglia di dormire solo (mamma non avrebbe mai accettato che salisse sul mio letto, però gli aveva sistemato un posticino tutto suo con la sua coperta), quando proprio non riuscì più a tenere gli occhi aperti, lo salutai a malincuore e lo lasciai lì. Credo di essermi innamorata di lui nel momento in cui mi accorsi che per dormire si acciambellò nel punto esatto della coperta in cui ero seduta io. E quello rimase il suo posto fino a quando di quella coperta non rimase più nemmeno uno straccetto.
Amos nel tempo crebbe, diventò un bravo cane da caccia e il cane giusto per il mio papà, un bravo lavoratore Amos e un cane dolce e, a suo modo, premuroso con la famiglia umana, un bel papà per i suoi cuccioli e un degno avversario per gli altri maschi. Ma non fu mai il cane di papà, Amos era innamorato di me!
Amos mi ha insegnato che nella vita c’è bisogno di qualcuno di cui fidarsi, di un posto sicuro dove rifugiarsi quando fuori c’è tempesta, che la vita è fatta di momenti felici in cui il tuo cane è lì che saltella e corre e ti salta addosso, e di momenti in cui tutto il mondo ti si rivolta contro e il tuo cane è ancora lì che poggia la tua testa sulla tua spalla e ti ricorda che qualsiasi cosa succeda lui ti ama sempre e comunque.
Negli ultimi anni Amos subì un calo, le sue condizioni di salute sono andavano lentamente peggiorando, però lui continuava a sentirsi sempre un cucciolo, quando era con me sembrava sempre che la sua giornata fosse piena di sole, riempiva di dolcezza la mia vita, i suoi occhi tutt’oggi mi emozionano. Mi capitava spesso di pensare a quando avrei dovuto scegliere io, quando le sue condizioni sarebbero peggiorate fino all’estremo. Non nascondo che, quando mi capitava, non riuscivo a non piangere, ma non l’avrei mai destinato a una morte lenta e sofferente.
Tuttavia Amos, seppur con i suoi acciacchi, stava bene, giocava, mangiava, camminava e passeggiava con noi.
Era il 31 Dicembre 2014, da noi aveva nevicato tantissimo, io, la mia sorellina, il mio papà, Amos e sua figlia eravamo felici di correre, cadere, rotolarci nelle neve. Inutile dire che non facemmo il nostro pupazzo di neve…era troppo più bello tuffarsi nelle neve…due o quatto zampe che fossero.
Amos decise di andarsene quando io non c’ero, quando ero abbastanza lontana da non poter “vedere”. Fu un regalo immenso, perché io Amos lo ricorderò sempre per il collo caldo a cui mi piaceva appoggiarmi.
Papà mi ha detto che dormiva, che certamente non se non è accorto, che non è stata colpa di nessuno e che certamente nessuno avrebbe potuto far nulla. Spettò a lui tutto quello che c’è in questi casi. Io piansi, tanto.
Ad un anno dalla sua morte, la mia vita è molto diversa: ho un altro cucciolo, anzi ne ho tre, ho quattro cani adulti, indovinate un po’? Tutti bracchi italiani.
Forse sarebbe andata così con qualsiasi altro cane, forse anche senza cane, o forse è stato Amos ad indicarmi la mia strada, ad aiutarmi a trovare il mio posto nel mondo, ad indicarmi la direzione nella quale condurre la mia vita.
Non saranno queste righe a ricordare il mio amico a quattro zampe, non basteranno nemmeno a ringraziare papà e il signorT per il miglior affare mai fatto, ma se qualcuno mi chiedesse perché vivere con un cane io posso solo rispondere che un cane ti salva la vita.
Mariaceleste de Mauro